UN VIAGGIO TRA MUSICA E SCRITTURA
Giuliano Fontanella si è da sempre dedicato al mondo della Musica, in particolare al Violino. Ha studiato e suonato con i più famosi concertisti del nostro tempo, ha effettuato tournèe in tutto il mondo, gli sono stati affidati tre violini Stradivari (di cui uno detto “Re di Prussia” e appartenuto a Bach) in occasioni di vari concerti e per l’incisione di alcune sonate di Beethoven. Ha al suo attivo registrazioni discografiche e
insegna al Conservatorio “J. Tomadini” di Udine. Nei ritagli di tempo tra un concerto e l’altro, però, ha sempre coltivato in segreto una passione: la Scrittura di romanzi gialli. Oggi troviamo il suo nome tra gli scaffali delle librerie sotto i titoli La ragazza nel fiume, L’affare Moreau e Inediti di ordinaria follia, un’antologia al cui interno troviamo il suo racconto Voci nel buio.
L’abbiamo intervistato per scoprire la sua storia.
COME NASCE LA TUA PASSIONE PER IL GENERE GIALLO-NOIR?
Ho scoperto Raymond Chandler all’età di 12-13 anni e ne sono rimasto folgorato. Mi colpì non solo per l’ambientazione (California degli anni 40-50), per le donne fatali, gli omicidi, le botte in testa e le avventure. Ma soprattutto per la figura cinica e al contempo romantica dell’eroe Philip Marlowe e per lo stile con cui queste storie erano scritte. Questo e altri grandi scrittori come Dashiell Hammett e Ross MacDonald hanno creato personaggi talmente indimenticabili da diventare miti, al pari dei grandi eroi della letteratura di tutti i tempi, e io li ho scoperti nell’età giusta per accoglierli e seguire le loro avventure. Come avrei potuto non appassionarmi?
IL TUO PROTAGONISTA, DIEGO SPADA, È UN DETECTIVE CHE NON TEME IL GIUDIZIO ALTRUI, MOLTO INTELLIGENTE, SICURO DI SÉ, MOLTO ATTRATTO DALLE BELLE DONNE. È UN PERSONAGGIO AUTOBIOGRAFICO O UN ALTER EGO?
Ho trasferito senza dubbio al mio personaggio principale alcuni dei miei difetti. Diego Spada è un tipo che tende a fare tutto da solo, infedele (cosa che mi rispecchiava in epoca più giovanile, s’intende…), che ha subìto un qualche trauma nel passato (lo veniamo a sapere dai suoi sogni perché lui non ne parla mai), con la predisposizione a scatti violenti e la tendenza a scavare maniacalmente a fondo nelle cose. Tutti elementi del suo carattere che ho cercato anche di portare alle estreme conseguenze. Per il resto è più una idealizzazione di ciò che vorrei essere: estremamente deciso in ogni situazione, senza paura, uno che non accetta alcun compromesso. Scrivere di lui è come avere una doppia identità. Di norma indosso panni seri e virtuosi del violinista, appena però il lato più oscuro di me o il male del mondo tentano di avere il sopravvento, so di potermi trasformare nel detective Spada, e vivere nel suo mondo verosimile ma immaginario dove, purtroppo al contrario che nella realtà, in un modo o nell’altro tutto è risolvibile.
QUANDO HAI INIZIATO A SCRIVERE?
Ricordo il primo tentativo di scrivere un racconto all’età di 7-8 anni. Si trattava di un racconto poliziesco, ovviamente. In quegli anni divoravo i gialli per ragazzi, e i miei preferiti erano quelli con protagonisti tre adolescenti investigatori, che lavoravano addirittura per Alfred Hitchcock! Per fortuna, di quel mio primo tentativo, non è rimasta traccia. Da quella volta, anche se poi mi sono dedicato alla carriera di musicista, ho sempre continuato ad inventare storie, e a cercare di metterle su carta.
TI SENTI PIÙ MUSICISTA O SCRITTORE?
Sono molto combattuto, in questo senso. C’è da dire che tanti anni di pratica assidua di uno strumento, di concertismo e insegnamento, fanno di me un serio professionista della musica. Ma le passioni per la scrittura, per la letteratura in genere, per quella noir in particolare, relegate per molto tempo ad hobby e interesse culturale, sono alla fine risalite prepotentemente alla ribalta, pretendendo attenzione e il posto che loro spettava di diritto. Tanto che, ormai, mi ritrovo a dividere equamente il tempo di ogni giornata tra le due forme artistiche.
QUANTE VOLTE RILEGGI I TUOI LIBRI PRIMA DI PRESENTARLI ALLE CASE EDITRICI?
Innumerevoli. Ma bastasse quello…Continuo a trovare errori anche quando i libri sono già pubblicati! L’editor della Robin Edizioni, Cristina Borghesi, oltre ad essere brava e gentile, è anche dotata di grande pazienza nell’assecondare il mio perfezionismo. La cocciutaggine nel cercare sempre margine di miglioramento dipende dal fatto di non aver fatto sempre lo scrittore, finora. Cerco, in fondo, di recuperare il tempo “perduto“.
QUALE CONSIGLIO DARESTI A CHI DESIDERA INCOMINCIARE A SCRIVERE?
Oltre a quello di leggere praticamente di continuo? Come per la musica, bisogna studiare la tecnica seriamente. Ci sono scuole di scrittura e corsi. Io ho sempre preferito i manuali di grandi scrittori o di grandi insegnanti di scrittura, ma ognuno può scegliere. La tecnica va però applicata a finalità artistiche. Ho sempre odiato chi fa sterili ore di scale ed arpeggi, convinto così di diventare un grande solista, mentre è solo un gonfiarsi i muscoli in palestra. E poi bisogna cercare di trovare una propria “voce”, anche se ciò significa passare attraverso l’imitazione degli scrittori preferiti. Proprio come nella pratica musicale. Ognuno può essere “solo” se stesso ma, se vuole, può acquisire le esperienze e le conoscenze di tanti altri. E infine di cercare di scrivere con “stile”, che non vuol dire a tutti i costi “eleganza”, ma esternazione mirata e cosciente della propria personalità e dei propri obiettivi. Edward Hopper diceva che lui, in fondo, aveva sempre e solo cercato di dipingere la luce su un muro di una casa…
Intervista a cura di Alice Dal Piva
Pubblicazioni di Giuliano Fontanella:
∙ La ragazza nel fiume, I libri di Emil, 2014
∙ L’Affare Moreau, Robin Edizioni, 2017
∙ Inediti di ordinaria follia, Vol.4
In questa antologia il racconto Voci nel buio, Giovane Holden Edizioni, 2017