Arianna Lazzari è studentessa al terzo anno del Liceo artistico Amedeo Modigliani di Padova e allieva della Scuola di Musica Il Pentagramma. Per l’anno accademico 2017/2018 ha realizzato la nuova immagine rappresentativa della Scuola, dando nuovamente prova del suo talento e della sua sensibilità artistica. Artista, musicista e poetessa (nel 2014 e nel 2015 ha vinto il primo premio assoluto al concorso regionale di poesia “Anch’io Poeta. Marco Compagno”).
L’abbiamo intervistata per scoprire la sua visione sul mondo dell’arte.
È stata la prima volta che hai realizzato opere su commissione? E se sì, è stato difficile?
Durante il biennio, ho avuto la fortuna di avere come insegnante una persona che non mi ha mai costretto in convenzioni per quanto riguarda tecniche pittoriche o soggetti. Solamente nello svolgere lavori necessari all’interno del programma scolastico ho dovuto seguire determinate consegne o ispirarmi a precisi testi. Quindi, l’esperienza del Pentagramma non è stata la prima nella quale ho dovuto attenermi a specifici temi. Non posso dire che tali situazioni siano difficili da affrontare, in quanto esse sono parte integrante del mio ruolo e sono ciò a cui devo essere preparata ad applicarmi. Nonostante ciò, ovviamente una commissione, dalla quale non posso sgarrare, pone comunque un freno a tutto quello che potrei elaborare se questa non ci fosse, infatti bisogna inoltre essere ben consapevoli della destinazione dell’opera stessa e della sua funzione.
Come usi le opere che realizzi? Le regali, le incornici e le appendi o le tieni in una specie di archivio?
Appena concluse, le opere che ho realizzato sono state spesso appese nella scuola. Successivamente, il mio professore me le ha restituite e, una volta portate a casa, ho utilizzato le mie preferite per decorare la mia camera. Essendo molto grandi non ho potuto appenderne molte, le altre sono arrotolate in grandi cilindri in un angolo della stanza!
È cambiata la tua visione artistica nel tempo e, se sì, come?
Ovviamente frequentando un ambiente completamente aperto all’evolversi dell’arte e sensibile ai suoi cambiamenti, i miei gusti e il mio stile sono diversi da quelli di un tempo. Nonostante ciò, essendo ancora immersa in questa realtà e nel pieno processo della mia formazione, non posso affermare di avere già acquisito una definitiva traiettoria stilistica. Sicuramente prediligo le forme grezze, impulsive, sporche, intense, contrasti, dissonanze; elementi che non appaiono nelle mie illustrazioni, appunto perché questo tipo di rappresentazione ha caratteristiche opposte a quelle appena elencate, quali precisione, chiarezza, delicatezza.
Qual è l’artista a cui ti ispiri oggi?
Non posso dire di avere un artista a cui ispirarmi. Questo a causa di due motivi in particolare:
1- la storia dell’arte nella quale ora mi applico ha un importante livello di precisione ed estensione, perciò tutto quello che non ho ancora studiato non posso dire di conoscerlo. Di conseguenza, dato che finora ho analizzato questa materia solo fino al Medioevo, non ho le conoscenze necessarie per affidarmi a un particolare artista dell’età moderna o contemporanea.
2-non credo ci si possa ispirare a un solo artista, infatti, per il momento, seguo diverse pagine specializzate, nelle quali appaiono numerosi e differenti artisti affini al mio stile attuale. Non riuscirei a concentrarmi su un solo autore, anche perché il mio carattere (essendo appunto mio) è la combinazione di diversi elementi, ciascuno proveniente da artisti differenti (spesso semplici disegnatori, non personaggi storici o di fama mondiale).
L’artista: una passione o un mestiere per il futuro?
Indubbiamente nella mia vita, quindi nel mio futuro, rimarrò all’interno dell’ambiente artistico. Vorrei appunto rendere questa mia passione la mia professione, il che non significa ‘’ fare quadri e venderli per vivere’’ (magari!), ma ad ogni modo inserirmi in un ambito lavorativo inerente a tale settore. La strada è comunque ancora molto lunga, magari un giorno andrò a studiare all’estero, chi lo sa. Sicuramente non lascerò che questo sogno diventi rimpianto.
Qual è l’ultimo lavoro che hai realizzato?
L’ultimo lavoro che ho realizzato per scuola è stato un autoritratto. Aveva lo scopo di comunicare parte della mia personalità e del mio stato d’animo del momento. Ho cercato infatti, mediante la tecnica dell’acrilico, di creare contrasti vividi utilizzando colori forti e discordanti; le pennellate plastiche e grezze, libere nell’ampia superficie del foglio, vogliono conferire aggressività e intensità all’opera. L’inquadratura del volto e l’imprecisa unione di questo con i capelli lascia all’osservatore lo spazio di immaginare tratti celati, l’ambientazione, l’atmosfera.
Non dirò in queste righe quali sentimenti in particolare io volessi trasmettere, questo è infatti l’accattivante compito di chi osserva, nonché l’affascinante scopo dell’arte.